La società moderna si sta ritirando sempre di più all’interno del proprio mondo virtuale, basti pensare agli smartphone che sono diventati una vera e propria appendice del nostro corpo e ci “obbligano” a rimanere sempre connessi.
Il tempo che trascorriamo online aumenta sempre di più (siamo arrivati ad una stima giornaliera di circa 6 ore e mezzo), di pari passo con il numero di attività quotidiane che si spostano in rete…di conseguenza, il grado di utilizzo dei mezzi digitali spesso diventa eccessivo e finisce per trasformarsi in una vera e propria dipendenza.
Si tratta di un quadro psicopatologico complesso che può manifestarsi con numerose variazioni o associazioni tra esse, ad esempio la dipendenza da smartphone o la dipendenza da social network che sono entità distinte ma nella pratica clinica sovrapposte.
La prevalenza di queste forme di dipendenza tende a variare in base alla gravità del disturbo, ad ogni modo uno studio recente identifica una dipendenza da mezzi digitali nel 26% del campione ed una dipendenza da Internet nel 14% dei casi.
Il Reward system, ovvero il meccanismo che può favorire l’insorgenza di una dipendenza da mezzi digitali
La dipendenza è una condizione che consiste nel bisogno irrefrenabile di continuare ad utilizzare una sostanza e il mancato soddisfacimento di questo bisogno produce astinenza, ovvero uno stato di malessere psicologico e fisico determinato dall’assenza nell’organismo della sostanza a cui si è abituato.
Questa condizione clinica nasce dall’attivazione anomala del reward system, o meccanismo della ricompensa.
Si tratta di un circuito cerebrale che si attiva quando decidiamo di voler ottenere una ricompensa. Quando essa viene ottenuta, si determina un rinforzo sul sistema per cui il circuito risulta più facilmente attivabile in futuro da stimolazioni analoghe.
Nello specifico, il rinforzo può essere di tipo positivo o negativo: nel primo caso il soggetto ripeterà le azioni che hanno portato alla ricompensa, nel secondo caso verranno evitate le azioni che non hanno procurato la ricompensa.
Uno dei principali neurotrasmettitori coinvolti è la dopamina, il cui ruolo fondamentale è testimoniato dal fatto che numerose sostanze naturali e sintetiche ad essa correlate sono in grado di generare quadri di forte dipendenza fisica.


Il meccanismo della ricompensa è implicato in processi fondamentali per la specie umana come la ricerca del cibo, la riproduzione, la ricerca di approvazione da parte della propria comunità.
Riguardo quest’ultimo punto, gli studi scientifici dimostrano che la modalità di attivazione del reward system per le categorie di ricompensa sociale è comparabile a quella che si registra nel caso di ricompense fisiche (cibo, sesso).
I social network agiscono proprio su questi meccanismi di ricompensa sociale. Ogni essere umano ha il bisogno di sentirsi accettato dai suoi simili e da questa pulsione possono nascere quadri di dipendenza.
I like alla foto postata. I commenti all’ultimo post pubblicato. Le visualizzazioni al contenuto appena condiviso. Sono tutti esempi di attività svolte online che possono attivare il reward system in modo disfunzionale e contribuire all’insorgenza di una dipendenza da social network.
I sintomi della dipendenza da strumenti digitali
Alcuni sintomi della dipendenza da strumenti digitali sono di tipo fisico, come:
- dolori articolari e muscolari
- mal di testa
- insonnia
- occhi affaticati
mentre altri sintomi riguardano piuttosto la sfera emotiva, come:
- ansia
- depressione
- paura di essere esclusi
- trascuratezza per le relazioni familiari o di amicizia al di fuori del mondo virtuale
- mancanza di empatia
- autoisolamento
- tendenza alla procrastinazione


Il problema di cui stiamo parlando, come atteso, tende a riguardare in misura maggiore gli adolescenti. Si tratta infatti di una fascia demografica in cui l’utilizzo degli strumenti digitali è più diffuso e più pervasivo.
D’altra parte sarebbe un errore circoscrivere la tematica soltanto a loro: è l’intera società ad essere interessata!
Come riconoscere la dipendenza da mezzi digitali
L’intervento su questi quadri psicopatologici è tanto più efficace quanto più risulta precoce.
A tal riguardo, si possono individuare delle cosidette “red flags”, ovvero delle alterazioni del comportamento che devono far nascere immediatamente un sospetto sulla presenza di una dipendenza da mezzi digitali:
- Pianificazione ossessiva delle attività online da svolgere o controllo ossessivo delle attività già svolte;
- Tempo di utilizzo degli strumenti digitali superiore alle 2-3 ore;
- Gli sforzi per ridurre il tempo di utilizzo sono infruttuosi e determinano alterazioni dell’umore;
- I mezzi digitali diventano un rifugio in caso di eventi spiacevoli o stati d’animo negativi;
In che modo superare la dipendenza da strumenti digitali:
L’approccio psicoterapeutico risulta quello più efficace nell’elaborazione di rimedi contro la dipendenza da strumenti digitali e si concentra sulla Terapia Cognitivo Comportamentale(TCC).
Essa si è già dimostrata molto efficace in altre forme di dipendenza; i primi studi dirimenti in tal senso sono merito del lavoro della psicologa Kimberly Young, che ha analizzato nel dettaglio i vari tipi di intervento e la loro differente efficacia in un articolo del 2007 ( la dottoressa nel 1998 aveva già elaborato un test per stimare il grado di dipendenza da strumenti digitali, l’Internet Addiction Test).
Tra le strategie adottate dalla terapia cognitivo-comportamentale nelle dipendenze possiamo citare:
-“la pratica dell’opposto”, per aiutare l’individuo ad interrompere la routine giornaliera patologica ed abbandonare le sue abitudini virtuali (es. se il quadro di dipendenza porterebbe a connettersi ad Internet di mattina, il soggetto può inserire in modo volontario un’attività alternativa nello stesso orario che precluda l’abuso del mezzo digitale);
-“l’inserimento di ostacoli esterni”, ovvero sfruttare attività già pianificate per interrompere la possibilità di connettersi (es, sapendo che si dovrà uscire di casa alle 19:30, ci si connette ad Internet alle 18:30 in modo da avere un termine già definito per l’utilizzo);
– “le carte promemoria”, ovvero appunti su cui il soggetto riassume le conseguenze negative dell’abuso degli strumenti digitali e i benefici che otterrà interrompendone l’utilizzo;
Ci sono poi altri tipi di interventi che si possono affiancare alla TCC per conseguire un controllo ancora più soddisfacente:
– “il parental control”, che resta una misura fondamentale a disposizione di genitori e ragazzi
-” Il Training autogeno” (riduzione della stimolazione esterna e concentrazione passiva su formule mentali)
– “la desensibilizzazione” (esposizione graduale del paziente agli stimoli che generano dipendenza in modo da ridurre la gravità della sindrome da astinenza)


La dipendenza da mezzi digitali, così come per altre forme di dipendenza, deriva dall’ incapacità dell’individuo di regolare se stesso. Qualsiasi intervento terapeutico deve agire su questa mancanza, costruendo resilienza ed auto-controllo.
Proprio per questo, la diffusione di consapevolezza sulla tematica svolge un ruolo fondamentale. Come riporta la stessa Kimblery Young in un’intervista ad un giornale di psichiatria online nel 2012: “il modo migliore per fare prevenzione sulla dipendenza da Internet è studiare il modo in cui ci siamo concentrati sulla prevenzione di altri disturbi clinici. Ad oggi, i programmi educativi precoci che sensibilizzano sulla tematica sembrano essere i più efficaci per combatterla”.