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Il cattivo uso dei social network può danneggiare gravemente la salute degli utenti

I social network sono strumenti digitali di uso quotidiano, al punto che la società moderna ha definito le proprie modalità di interazione in base alle possibilità offerte dalla loro esistenza.

L’enorme ed immediato successo delle piattaforme online nasce dalla loro capacità di rispondere ad un bisogno biologico degli essere umani: la necessità di creare connessioni reciproche.

La soddisfazione di questo bisogno, già diventata più semplice con l’avvento di radio e televisione, si è pienamente realizzata con l’invenzione di Internet.

Se da un lato la rete digitale globale (World Wide Web) ha prodotto vantaggi così grandi da trasformare in brevissimo tempo la società a sua immagine, dall’altro lato l’invenzione degli smartphone ha permesso all’essere umano contemporaneo di vivere in un mondo costantemente connesso.

Questo contesto sociale e scientifico di cui sto parlando ha ben presto prodotto i social media, applicazioni online pensate per favorire le interazioni umane all’interno dell’ambiente virtuale in costante espansione, senza barriere temporali e geografiche.

L’entità del loro successo è testimoniata dal fatto che in pochi anni delle start-up con difficoltà di finanziamento si sono trasformate nei giganti tecnologici di oggi, rivoluzionando la società.


Social media e social network

A questo punto vale la pena fare subito una precisazione concettuale oltre che lessicale, partendo dal lavoro di due professori di marketing, Andreas Kaplan e Michael Heinlein.

Per social media (forma plurale del termine latino “medium” che significa ”strumento”) si intende l’insieme di applicazioni online che consentono la creazione e lo scambio di contenuti tra gli utenti iscritti; il social network rappresenta la comunità online che utilizza lo strumento digitale , ovvero l’insieme delle relazioni che si vengono a creare tra individui, gruppi ed organizzazioni all’interno del mondo virtuale del social media.

I due studiosi inoltre identificano 6 diverse tipologie di social media in base alle funzionalità offerte, nello specifico:

  • blog e microblog (come X e BlueSky)
  • social networking (come Facebook e Linkedin)
  • mondi di gioco virtuali (come WoW)
  • mondi sociali virtuali (come SecondLife)
  • progetti collaborativi (come Wikipedia)
  • piattaforme multimediali di condivisione (come YouTube)

Qualche numero sui social network

Il grado di penetrazione dei social nella nostra società, a cui siamo ormai assuefatti, può essere descritto con qualche statistica (report Digital2025):

  • nel mondo ci sono più di 5 miliardi di utenti social
  • ogni utente utilizza in media 6-7 piattaforme online
  • il tempo dedicato ai social ammonta in media a 2 ore e mezzo (che può sembrare un valore accettabile, tuttavia considerando che si tratta di una media lo è molto meno)
  • i principali motivi per cui si usano i social sono: mantenersi in contatto con amici e parenti, riempire il tempo libero, informarsi sull’attualità
  • il ricavo totale della pubblicità sui social ha raggiunto i 780 miliardi di dollari
  • i social più utilizzati(inteso come utenti attivi mensili) sono  Facebook, YouTube, Instagram, Whatsapp, TikTok

Un lavoro di ricerca del gruppo di studio americano Pew Research Center ha invece riportato l’andamento degli ultimi anni per quanto riguarda il gradimento verso le singole piattaforme online. Tenendo a mente che si tratta di un campione americano, può essere interessante anche per noi dare un’occhiata ai trend emersi, in particolar modo a partire dal 2020 in poi.

Il grafico, tratto dalla ricerca del Pew Research Center (copyright), mostra l'andamento negli ultimi anni del gradimento per le varie piattaforme online
Copyright del grafico mostrato: Pew Research Center

Gli effetti terapeutici dei social

I social media rappresentano uno strumento eccezionale per sostenere la socialità umana, ad esempio:

  • favoriscono i contatti con amici, parenti, colleghi di lavoro
  • contribuiscono alla condivisione di interessi, passioni, attività ricreative
  • incoraggiano la libertà di espressione
  • favoriscono la condivisione delle informazioni scientifiche
  • contribuiscono alla creazione di business ed attività commerciali

Partendo dalla mia formazione di medico, vedo nei social network un  farmaco che permette di “curare” il bisogno di connessione biologico degli esseri umani; in questo senso i loro numerosi effetti positivi, in parte elencati in precedenza, possono essere definiti come “effetti terapeutici”.

Ma cosa succede quando questo farmaco chiamato social viene assunto in modo sbagliato?

Gli effetti collaterali dei social

Il cattivo uso dei social, al posto degli effetti benefici, può determinare gravi danni per la salute, di cui spesso non si è nemmeno consapevoli. Allo stesso modo di un farmaco, che assunto nel dosaggio errato o per una patologia diversa da quella indicata potrà determinare degli effetti collaterali.

In un certo senso si potrebbe dire che il mondo della medicina si è accorto in ritardo dei danni determinati da questi strumenti digitali, considerando che fino al 2020 gli articoli dedicati alla tematica erano decisamente pochi e questo nonostante l’uscita del primo social di massa, ovvero Facebook, risalga al 2004.

La sveglia tardiva sui danni dei social è arrivata in seguito al riscontro delle conseguenze del loro enorme abuso nei mesi di confinamento domestico per la pandemia. Tuttavia è importante sottolineare che la letteratura scientifica più recente ha evidenziato come i danni si producano non soltanto nei casi di abuso ma anche per profili di utilizzo ”normali”.

Gli effetti collaterali di cui parlo nel mio libro “Come sopravvivere ai social network. Linee guida per prevenire gli effetti collaterali”, sono alterazioni dello stato di salute chiaramente associate al cattivo uso dei social, come ad esempio:

  • cattivo impiego del proprio tempo libero
  • maggiore suscettibilità alle penetrazione delle fake news
  • peggioramento dei disturbi della vista
  • insorgenza di insonnia
  • insorgenza di deficit attentivi e cognitivi

Questi effetti collaterali sono ancora più pericolosi nel segmento demografico maggiormente attivo online: gli adolescenti.

L’adolescenza è una fase di passaggio dalla fanciullezza alla vita adulta ed è contraddistinta da una fisiologica fragilità psicologica, la quale può essere esacerbata in modo esponenziale dal cattivo uso dei social. Il pericolo nasce dal fatto che problematiche tipiche dell’età, come ad esempio il bullismo o le difficoltà relazionali, hanno trovato nel mondo virtuale nuovi modi per diffondersi e nuovi strumenti per esercitare i propri effetti deleteri. Un esempio su tutti può essere quello del Cyberbullismo, che secondo i dati ESPAD-CNR interessa ormai quasi la metà dei ragazzi in età scolare e presenta delle caratteristiche più complesse rispetto al bullismo tradizionale.

Nonostante il tentativo di sensibilizzare sulla tematica, come ad esempio ha provato a fare il Sistema Sanitario americano pubblicando il report “Social Media and Youth Mental Health” nel 2023, manca ancora una chiara strategia per gestire il fenomeno.

Negli ultimi mesi stiamo assistendo al tentativo, da parte di vari governi mondiali, di restringere l’accesso ai social media e ad Internet in base all’età anagrafica; tuttavia tale misura, che non si colloca nell’ambito di un intervento più complessivo per incoraggiare l’educazione digitale, rischia di limitare semplicemente il diritto dei più giovani a vivere la propria socialità.

Se i social fanno male, di chi è la colpa?

Gli effetti collaterali di cui stiamo parlando sono connaturati al meccanismo di funzionamento dello strumento social media o dipendono dal social network che lo abita, ovvero l’insieme di utenti che utilizzano queste piattaforme online? Entrambi!

I giganti tecnologici che amministrano i social offrono i loro servizi gratis, e come recita una celebre frase: “Se non paghi per un prodotto, il prodotto sei tu”. Ogni giorno le piattaforme online raccolgono ricavi miliardari vendendo alle aziende private il proprio spazio pubblicitario, che è costituito da tutti i milioni di utenti attivi online.

Di conseguenza la ricerca del profitto ha fagocitato qualsiasi altra priorità, come ad esempio l’adozione di misure per favorire la qualità delle interazioni virtuali piuttosto che la loro quantità.

In questo contesto appena descritto, le interazioni che si creano tra gli utenti sono spesso non regolamentate, disfunzionali, tossiche. I social network finiscono per amplificare le pulsioni negative della società, le quali esistono anche al di fuori del mondo virtuale ma al suo interno trovano il terreno di coltura perfetto per diffondersi rapidamente e in profondità.

Nessuno di noi può ritenersi immune da questo utilizzo erroneo, al contrario gli studi scientifici hanno dimostrato che è estremamente frequente l’assuefazione a modalità di comportamento sbagliate sui social, in particolar modo per quanto riguarda l’interazione con i contenuti a più alto impatto emotivo.

nell'immagine ci sono numerosi ragazzi completamente presi dallo smartphone e che non comunicano tra di loro
come recita la celebre frase, se non paghi per un prodotto, il prodotto sei tu!

Cosa vuol dire utilizzare i social in modo più sano?

 La percezione degli effetti negativi dei social non deve portare alla loro demonizzazione, essi restano degli strumenti utili e fanno parte della nostra quotidianità. Dobbiamo quindi conviverci, imparando ad utilizzarli correttamente in modo da beneficiare degli aspetti positivi mentre sopravviviamo agli effetti negativi. Come riuscirci?

Il mio saggio divulgativo, dal titolo “Come sopravvivere ai social network. Linee guida per prevenire gli effetti collaterali” si propone come una guida per arrivare ad un utilizzo più sano e consapevole delle piattaforme online, suggerendo delle linee guida, ovvero delle raccomandazioni di comportamento elaborate in seguito alla revisione della letteratura scientifica e basate su di una maggiore conoscenza del fenomeno social.

La decisione di dedicarmi a questo argomento nasce dalla mia preoccupazione come medico per gli effetti negativi del cattivo uso dei social sulla società moderna. Come riporta l’OMS, la salute deve essere intesa come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia o infermità”. In questo senso, gli effetti collaterali dei social sono un’emergenza di salute pubblica che non sta venendo gestita adeguatamente.

saggio divulgativo sui rischi per la salute dei social, dal titolo "Come sopravvivere ai social network. Linee guida per prevenire gli effetti collaterali"
Pubblicato inSALUTE

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