Ci dirigiamo verso un futuro distopico o già viviamo in una distopia contemporanea?

Verso un futuro distopico?

DysTOPICS è un gioco di parole per presentare il mio blog di divulgazione scientifica, con cui mi propongo di trattare quelle tematiche (topics) che evidenziano la presenza di una vera e propria distopia contemporanea o segnalano il rischio di una deriva della società moderna verso un futuro distopico.

La storia del concetto di “distopia”

Il termine italiano “distopico” presenta due corrispettivi in lingua inglese, “dystopian” e “dystopic“; il concetto compare per la prima volta in un discorso di John Stuart Mill al Parlamento Inglese nel 1868, e venne usato in contrapposizione al concetto di utopia, così come era stata teorizzato da Tommaso Moro; durante il suo intervento, il politico inglese attaccò i suoi oppositori dicendo che: “Forse è un complimento eccessivo chiamarli utopisti, piuttosto bisognerebbe chiamarli distopisti o cacotopisti. Ciò che comunemente chiamiamo utopico è qualcosa troppo bello da realizzare; ma ciò cui loro si mostrano a favore è troppo cattivo per pensare di realizzarlo

Futuri distopici all'orizzonte?

Da quel momento il termine entra nel repertorio lessicale e viene utilizzato in modo saltuario in letteratura e nei dibattiti intellettuali; la piena affermazione del vocabolo è avvenuta soltanto negli ultimi 40 anni in seguito al suo diffuso utilizzo nella letteratura fantascientifica, sulla spinta di numerosi autori che hanno immaginato futuri apocalittici in cui il progresso umano rovina la vita degli individui piuttosto che migliorarla.

L’Enciclopedia Treccani definisce il termine distopia come segue: “Previsione, descrizione o rappresentazione di uno stato di cose futuro, con cui, contrariamente all’utopia e per lo più in aperta polemica con tendenze avvertite nel presente, si prefigurano situazioni, sviluppi, assetti politico-sociali e tecnologici altamente negativi (equivalenza con utopia negativa)“.

Romanzi di fantascienza come archetipo del concetto di distopia; tra i più celebri ci sono "1984" e "Il mondo nuovo"

Anche nel mio immaginario il termine “distopico” è indissolubilmente legato alla letteratura, in particolare a due celebri romanzi di fantascienza che hanno saputo prevedere le derive della società moderna ben prima che si verificassero; si tratta di “1984” di George Orwell e “Il mondo nuovo” di Aldous Huxley.

I due libri sono diversi per stile narrativo, prosa, anno di pubblicazione (N.d.a. il primo edito nel 1949, il secondo nel 1932), l’elemento comune ai due romanzi è la descrizione di una società futura in cui gli esseri umani sono stritolati dallo sviluppo tecnologico, dal rispetto delle regole, dalla mancanza di empatia, dalla crisi dei valori etici.

La distopia contemporanea

L’epoca in cui viviamo è senz’altro scandita da incredibili rivoluzione tecnologiche ma la loro presenza apporta benefici alla società soltanto fino a che gli esseri umani ne mantengono il controllo, viceversa si determinano le condizioni per il progressivo scivolamento verso una situazione distopica e ci dovremmo chiedere con più attenzione se il progresso tecnologico può fare a meno dell’etica.

Si possono evidenziare le caratteristiche di una distopia contemporanea nei danni alla salute determinati dal cattivo uso dei social media, nella distruzione dell’equità sociale determinata dalla finanziarizzazione dell’economia, nello sviluppo industriale a discapito della Natura, nella progressiva separazione tra rappresentanti politici e rappresentati, nella diffusione di contesti di alienazione urbana, nella diffusione sui media di fake news piuttosto che di informazione; qualsiasi tentativo di arrestare questi processi disfunzionali può nascere soltanto dalla creazione di consapevolezza rispetto alla loro esistenza.

Parafrasando un altro grande scrittore del genere fantascientifico come Isaac Asimov, possiamo dire che il problema risiede nel fatto che “ in questo momento la scienza raccoglie conoscenza più velocemente di quanto la società raccolga saggezza”.

Distopia contemporanea o futuro distopico?

Il blog DysTOPICS si propone di creare saggezza attraverso la condivisione di lavori scientifici e riflessioni di attualità, ponendo al centro del ragionamento il rigore procedurale del metodo scientifico, analizzando numeri e statistiche alla ricerca di considerazioni più generali, ricercando la piena comprensione dei fenomeni in corso e dei rischi per il futuro, offrendo soluzioni e rimedi ogni volta che essi siano chiaramente identificabili.

Il mio blog ha un obiettivo ambizioso e la strada sarà lunga e difficile, d’altra parte come recita l’aforisma del filosofo cinese: “Anche un viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo”

Incominciamo!

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