Ultimo aggiornamento il Settembre 7, 2025
Per comprendere i pericoli delle fake news e imparare a difendersi bisogna innanzitutto definire correttamente cosa sono.
L’enciclopedia Treccani le descrive come “notizie false, con particolare riferimento a quelle diffuse mediante la Rete”, sottolineando il problema della facilità con cui le fake news sanno diffondersi sul web.
In un’altra definizione più descrittiva, elaborata dalla Commissione UE nel 2018, le fake news sono identificate come “informazioni rivelatesi false, imprecise o fuorvianti, concepite, presentate e diffuse a scopo di lucro o per ingannare intenzionalmente il pubblico, e che possono arrecare un pregiudizio dell’opinione pubblica”. Questa seconda definizione introduce un altro problema enorme collegato alla circolazione delle fake news, ovvero la loro capacità di inquinare il dibattito pubblico ed alterare l’elaborazione cognitiva degli avvenimenti.
Va detto che il termine “fake news” è entrato nella cultura di massa da relativamente poco tempo, più precisamente in occasione delle campagna per le presidenziali americane del 2016, quando i due sfidanti Hillary Clinton e Donald Trump si sono accusati a vicenda di disseminare notizie false allo scopo di screditare l’avversario e convincere gli elettori.
I pericoli delle fake news
Le fake news possono arrecare danni enormi al tessuto democratico di un paese ed è proprio per questo che diventa fondamentale imparare a riconoscerle.
Questo avviene a causa della loro capacità di alterare la corretta interpretazione degli avvenimenti e delle dinamiche sociali, da cui conseguono derive pericolose come:
- la manipolazione dell’opinione pubblica a favore di interessi di parte e/o ricerca di profitto
- l’estremizzazione delle opinioni e la creazione di una cassa di risonanza mediatica
- il restringimento della libertà di stampa


Fake news e social network
La diffusione delle fake news avviene su ogni mezzo di informazione, da quelli più tradizionali come giornali e TV a quelli più moderni come i social network. Va detto però che sono in particolare questi ultimi ad essere diventati la via privilegiata per la loro propagazione.
Tale evento non deve sorprendere, dal momento che i social network offrono alcuni vantaggi determinanti alla diffusione delle fake news:
- immediatezza di condivisione delle informazioni
- scarsa tracciabilità delle fonti delle informazioni
- assenza di un editing sui contenuti pubblicati
Non si tratta di una mia opinione personale, quanto piuttosto la conclusione di numerosi studi scientifici che hanno indagato questo fenomeno.
Volendo citare uno dei più importanti, realizzato da alcuni ricercatori del MIT nel 2018, si rileva che sul social media Twitter(cfr. l’attuale X) le fake news presentano una maggiore probabilità di essere condivise rispetto alle notizie vere e tendono a raggiungere più utenti rispetto alla verità in tutte le categorie di informazioni.
Un altro studio del 2022 ha invece approfondito i fattori di suscettibilità che spingono più frequentemente alla condivisione sui social di notizie non verificate e spesso false. Possiamo elencare:
- il basso livello di conoscenze ed alfabetizzazione
- la mancanza di altruismo
- la scarsa fiducia nel governo
- la ricerca di autopromozione
- il bisogno di intrattenimento
- la ricerca di informazioni con modalità scorrette
Bisogna però tener presente che la diffusione delle fake news sui social avviene con il coinvolgimento di un altro attore di cui non abbiamo ancora parlato, ovvero la piattaforma online nel cui ambiente virtuale si svolge il processo in questione.
Le piattaforme online sono ben consapevoli del problema e tuttavia non fanno nulla per affrontarlo sul serio. Se ve ne chiedete il motivo, sarà sufficiente ripassare come funziona il marketing digitale.

Maggior engagement=maggiori soldi
Nel mondo virtuale dei social network, gli utenti si registrano e utilizzano i servizi delle piattaforme gratuitamente. Viene in mente quella frase che dice: “Se non paghi per un prodotto, il prodotto sei tu”.
I ricavi delle piattaforme online derivano dalla vendita dei propri spazi pubblicitari alle aziende interessate, le quali pagano per acquisire il diritto di proporre i loro spot ai miliardi di utenti collegati ogni giorno.
Inoltre, le aziende ricercano un alto grado di coinvolgimento nel pubblico di cui hanno comprato la visibilità, in quanto degli utenti attivamente coinvolti sulla piattaforma avranno una maggiore probabilità di poter essere convertiti in consumatori dei propri prodotti.
E si arriva così al concetto di engagement di un social network, ovvero al grado di coinvolgimento degli utenti tra di loro e con la piattaforma stessa; si tratta di un parametro che viene definito da azioni digitali come mettere un like, pubblicare post o commenti, condividere materiale multimediale , etc.
E cosa fa la diffusione delle fake news, se non aumentare a dismisura il grado di engagement di un social? Le notizie false vengono condivise più in fretta di quelle vere, polarizzano gli utenti, li conducono allo sdegno o all’indignazione, li mobilitano…sono uno strumento perfetto per incrementare il grado di attività sulla piattaforma e quindi i suoi ricavi.
Come vedete, la suscettibilità dei social network alla penetrazione delle notizie false è in realtà una precisa scelta del loro business model…
Siamo noi utenti a dover imparare a difenderci, tenendo sempre a mente che i social network sono strumenti capaci di determinare gravi effetti collaterali.


Come riconoscere le fake news
Riconoscere le fake news diventa sempre più difficile, a maggior ragione in questa nuova era di contenuti generati dall’intelligenza artificiale. Tuttavia, esistono delle semplici pratiche che possiamo iniziare ad adottare per provarci:
- fare sempre attenzione al tipo di fonte che ha condiviso una notizia, alle modalità con cui viene raccontata, alle personalità citate, alle tempistiche con cui è stata pubblicata
- la diffusione delle fake news vive della rapidità con cui gli esseri umani condividono i contenuti ad alto impatto emotivo; in presenza di notizie del genere, a maggior ragione quando ci si trovi sui social, ovvero un luogo in cui basta un clic per propagare le informazioni, bisogna ricorrere alla pratica del “lateral reading”: la notizia va confrontata su fonti alternative a quella in esame, alla ricerca di eventuali conferme o smentite (un altro sito, un altro giornale, un’altra intervista, un altro mezzo di informazione, etc)
- bisogna sempre dedicare del tempo alla corretta decodifica del contenuto in questione. La notizia può corrispondere ad un’opinione personale, al racconto in presa diretta di un avvenimento, alla condivisione di una ricerca, alla trascrizione di una dichiarazione ufficiale, etc
- la menzione di dati e statistiche deve essere ritenuta affidabile soltanto quando si accompagna alla citazione esplicita della fonte che ha eseguito l’elaborazione
- l’estremismo ideologico è una delle conseguenze delle fake news ma anche una condizione che ne favorisce l’attecchimento, esso più di ogni altra cosa restringe il nostro orizzonte intellettuale e ci induce a selezionare quei contenuti che già rispecchiano le nostre convinzioni, senza farci tante domande sulla loro provenienza
Ho elencato alcune delle strategie che possiamo applicare per riconoscere le fake news nella nostra navigazione online.
Riuscire a identificarle permette non soltanto di migliorare la nostra comprensione degli avvenimenti di attualità ma anche di arrestarne la diffusione!
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