Epidemia di morbillo negli Stati Uniti, tragedia annunciata?

epidemia di morbillo in Texas

Da mesi è in corso una grave epidemia di morbillo negli Stati Uniti, tra le peggiori dagli anni ‘50, l’emergenza sanitaria ha ricevuto grande attenzione mediatica a partire da Fine Febbraio, in seguito al primo tragico decesso; lo stato del Texas è l’epicentro dell’epidemia ma quest’ultima si sta rapidamente diffondendo sull’intero territorio americano, gli ultimi report ufficiali (15.04.2025) segnalano in Texas 561 casi accertati, di cui 175 bambini fino ai 4 anni, 206 casi fino ai 17 anni, 156 adulti e 24 casi da confermare; il tasso di ospedalizzazione totale è intorno al 12% ma arriva fino al 21% nei bambini con meno di 4 anni.

Epidemie e vaccini

La gravità di un’epidemia dipende da due variabili: la virulenza del patogeno e lo stato immunitario della popolazione esposta; come abbiamo purtroppo imparato con il SARS-COV2, l’impreparazione del sistema immunitario aumenta nettamente il tasso di complicanze e decessi.

Mentre non possiamo intervenire sulla prima variabile, dal momento che la virulenza di un patogeno dipende dai processi di selezione naturale, nel caso della seconda variabile abbiamo un’arma collaudata e molto efficace: il vaccino.

caratteristica distribuzione dell'esantema del morbillo, risulta fondamentale riconoscere la malattia per limitare la grave epidemia di morbillo negli Stati uniti

Il nostro sistema immunitario rafforza naturalmente le difese in seguito al superamento della prima infezione di un patogeno, si verificano però numerose situazioni in cui non è sostenibile l’attesa dell’immunità naturale: pensiamo ad esempio ai soggetti fragili ad alto rischio di complicanze, a patologie altamente contagiose, a patogeni che scatenano quadri clinici con immediato rischio di ospedalizzazione o decesso per il paziente.

Per tutti questi motivi, la medicina moderna a partire dal 1796 ha raffinato sempre di più l’arma dei vaccini; in quell’anno Jenner per la prima volta riuscì ad immunizzare un paziente contro il vaiolo: una malattia che uccideva milioni di persone nel mondo iniziò a non diffondersi nella popolazione sempre più protetta, fino a venire dichiarata eradicata dall’OMS1 nel 1980 (ma già da decenni i decessi per vaiolo erano limitati a pochi casi/anno nei paesi industrializzati).

jenner che inocula il primo vaccino per il vaiolo

Morbillo, ovvero uno dei virus più contagiosi al mondo

Il vaccino contro il morbillo riveste un’importanza cruciale perchè il patogeno implicato, un virus ad RNA della famiglia Paramyxoviridae, presenta delle caratteristiche di estrema contagiosità, risultando in realtà uno dei virus più contagiosi in assoluto: si stima che il 90% delle persone suscettibili esposte a una persona infetta contragga la malattia.

I primi sintomi del morbillo si presentano dopo un periodo di incubazione variabile (da una a tre settimane) e sono simili a quelli di un raffreddore, con malessere generale e febbre alta; dopo qualche giorno appare l’eruzione cutanea caratteristica, inizialmente sul volto e sul collo e poi su tutto il resto del corpo. La febbre tende a scomparire due-tre giorni dopo la comparsa dell’esantema, che si risolve nel giro di una settimana circa.

In alcuni pazienti (fino al 30% dei casi) la malattia può determinare gravi complicanze, i più esposti sono i bambini sotto i 5 anni di età, gli adulti di età superiore a 20 anni, le donne in gravidanza e le persone con deficit immunitari pregressi. Le complicanze più gravi sono la polmonite (1- 6% dei casi) e l’encefalite acuta (1 caso su 1000); altre complicanze minori includono l’otite media, la laringotracheobronchite, la diarrea, la disidratazione, la cheratite, la trombocitopenia, e le convulsioni febbrili.

La letalità del morbillo è principalmente dovuta alle complicanze respiratorie e neurologiche e nei Paesi sottosviluppati arriva fino al 6% dei casi, anche a causa di una carente copertura vaccinale, mentre nei Paesi industrializzati si attesta intorno allo 0,05-0,1% dei casi.

Immagine al Microscopio Elettronico del virus del morbillo

Epidemia di morbillo negli Stati Uniti, tragedia annunciata?

L’epidemia che sta dilagando negli Stati Uniti è scoppiata nello stato del Texas, di solida tradizione repubblicana (l’ultima volta che i suoi delegati hanno votato democratico risale al 1976 con Carter).

In questo stato la copertura vaccinale per il morbillo con almeno una dose, secondo un report del 2022, era intorno al 90%, con alcune contee che però risultavano molto al di sotto della media dello stato, intorno all’84-86%; l’OMS raccomanda una copertura di almeno il 95% della popolazione per considerare efficace un vaccino, e tale assunto è ancora più valido nel caso del morbillo a causa della sua marcata contagiosità. Per avere un termine di paragone, i rapporti AIFA del 2022 individuavano una copertura in Italia con la prima dose MMR2 del 92%.

Nel 2003 il senatore repubblicano Craig Estes propose una misura, poi approvata, che consentiva ai texani di ottenere esenzioni vaccinali sulla base di motivi personali oltre che medici e religiosi.

Nel 2019 si era registra un’altra grave epidemia di morbillo negli Stati Uniti, con un totale di 1274 casi; la valutazione del numero di casi registrati negli anni successivi risente dello scoppio della pandemia SARS-COV2 e quindi i dati epidemiologici non sono confrontabili, possiamo però constatare che il numero di casi registrati nel 2024 (285) è uno dei più alti dal 2000, segnalando la necessità di una pronta valutazione del problema.

Dei 481 casi di morbillo registrati finora ( aggiornamento al 04.04.2025), 471 si sono verificati in soggetti non immunizzati (il 98% del totale).

L’epicentro dell’epidemia risulta essere la contea texana di Gaines (315 casi su 481, ovvero il 65,5% del totale), da cui l’infezione si è diffusa rapidamente nel West Texas e si sta ora propagando agli Stati adiacenti; un report del DHSH (Texas Department of State Health Services3) sul periodo 2023-2024 mostra un tasso di richiesta di esenzione dai vaccini incredibilmente alto in due delle tre scuole censite nella contea di Gaines: 13,82% Seminole ISD e 47,95% Loop ISD.

L’attuale Segretario per la Salute (HHS Secretary) dell’amministrazione Trump, Robert F. Kennedy, Jr., ha una lunga storia di attivismo no-vax. Le raccomandazioni fornite alla popolazione texana dal DHSH per la gestione dell’epidemia in corso indicano il richiamo vaccinale come trattamento raccomandato; invece Robert F. Kennedy ha dichiarato a metà Marzo che ricorrere al vaccino contro il morbillo è una scelta personale e che l’assunzione di vitamina A può ridurre notevolmente le complicanze (una review del 2005 ha dimostrato un lieve effetto della vitamina A nel miglioramento delle complicanze del morbillo solo per i bambini sotto i due anni, inoltre i bambini inclusi nello studio avevano tutti effettuato anche i trattamenti standard per la patologia).

Di fronte all’aumento esponenziale dei casi, Robert F. Kennedy si era dichiarato in favore della vaccinazione in un’intervista su CNN ad inizio Aprile, tuttavia in un’intervista successiva su Fox News ha assunto le posizioni precedenti ed espresso dubbi sull’efficacia e la sicurezza del vaccino contro il morbillo. Nel frattempo i casi continuano ad aumentare e così le complicanze associate.

Immagine ipotetica di un futuro distopico in cui le proteste anti-governative saranno dei SI VAX

La situazione attuale fa sempre più pensare ad una tragedia annunciata, dal momento che la gravità dell’epidemia in corso deriva anche da una visione distopica della sanità pubblica, in cui è stata colpevolmente trascurata la promozione di politiche di prevenzione contro una malattia altrimenti gestibile.

Post di Alessandro

Restiamo in contatto

  1. Organizzazione Mondiale della Sanità ↩︎
  2. Acronimo che sta ad indicare il vaccino contro Morbillo, Parotite e Rosolia ↩︎
  3. Assimilabile ai nostri Dipartimenti sanitari regionali ↩︎

CATEGORIES:

SALUTE

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *