Una comparazione tra Stati Uniti e Cina diventa di grande attualità alla luce della guerra commerciale avviata da Donald Trump, che sta sovvertendo gli equilibri di potere internazionali ed acuendo le tensioni diplomatiche tra i due paesi. Molti analisti (e ne condivido la valutazione) ritengono le mosse di Trump frutto di un freddo calcolo politico piuttosto che di una semplice radicalizzazione del programma politico.
La Cina ha assunto il ruolo di grande avversario degli Stati Uniti in questa fase storica perchè sta aspirando da anni a subentrare nel ruolo di prima economia globale.
A dire il vero, considerando l’indicatore economico del Pil pro capite a parità di spesa d’acquisto, la Cina avrebbe già operato il sorpasso, mentre considerando il Pil “standard” del 2023, il primato è ancora degli Stati Uniti con 27,72 trilioni contro i 17,79 trilioni della Cina.
Superpotenze a confronto
La conflittualità nasce non soltanto dalla competizione economica e geopolitica, ma anche dalla profonda diversità organizzativa dei due paesi:


Gli Stati Uniti sono una repubblica federale costituzionale, dove il potere è diviso tra il governo nazionale ed i governi dei singoli stati. Il governo federale è composto da tre branche distinte: il Congresso, ovvero il potere legislativo (Camera dei Rappresentanti+Senato); il Presidente e la sua amministrazione, ovvero il potere esecutivo; la Corte Suprema e le corti federali, ovvero il potere giudiziario; le cariche elettive dei vari poteri elencati (legislativo, esecutivo,giudiziario) vengono stabilite tramite consultazioni a suffragio universale. La Costituzione degli Stati Uniti delinea i principi fondamentali del governo e protegge i diritti individuali.
L’economia degli Stati Uniti è un’economia di mercato capitalista, caratterizzata dalla libera impresa e dalla proprietà privata, in cui le decisioni economiche sono guidate (in teoria, spesso non in pratica) dall’interazione tra domanda ed offerta nei mercati. Il governo federale interviene per regolamentare alcuni settori, garantire la concorrenza e fornire servizi pubblici essenziali; l’efficienza del sistema si basa sull’innovazione tecnologica e sulla “flessibilità”(precarietà) del mercato del lavoro.
La Federal Reserve, il cui direttore viene nominato dal Presidente e poi confermato dal Congresso, svolge un ruolo cruciale nella politica monetaria nazionale per mantenere la stabilità dei prezzi e promuovere la piena occupazione.
Il Partito Comunista Cinese (PCC) è l’unico detentore del potere e guida l’azione del governo, definendo le priorità nazionali ed i provvedimenti necessari per il raggiungimento degli obiettivi. Il ruolo di Presidente della Repubblica Popolare Cinese è svolto dal Segretario Generale del PCC, che dirige il Consiglio di Stato ed è responsabile dell’implementazione delle politiche del partito.
L’Assemblea Nazionale del Popolo (ANP) è l’organo legislativo formale, tuttavia il suo ruolo si limita alla ratifica delle decisioni assunte dai quadri del partito.
Il PCC esercita un ruolo di “guida” (controllo) sulla società cinese, per cui le libertà individuali e civili sono una conseguenza dell’adesione alle direttive del partito piuttosto che un diritto inalienabile dei cittadini.
L’economia cinese opera con un misto di pianificazione centrale e dinamiche di mercato, realizzando l‘unicità del socialismo cinese (punto centrale della dottrina di Xi Jinping); le direttive dell’intervento economico sono contenute nei piani quinquennali, la cui realizzazione diventa la cifra del successo dei quadri dirigenti al potere nel PCC.
L’economia cinese poggia ancora sulle esportazioni piuttosto che sui consumi interni, nonostante negli ultimi anni il PCC abbia provato a ristabilire un maggiore equilibrio proprio in previsione di possibili guerre commerciali. Dal 2013 la Cina ha avviato la “Belt and Road Initiative”, gigantesco piano di investimenti globale che mira all’espansione dell’influenza economica e infrastrutturale della Cina.


Utopia e distopia, due facce della stessa medaglia
Se prima ho riassunto il modello di funzionamento dei due paesi in competizione, ora voglio introdurre un altro elemento di riflessione, in apparenza banale ma che va invece esplicitato: i due sistemi organizzativi presentano sia elementi positivi che negativi e la comparazione tra Stati Uniti e Cina ci aiuta ad evidenziarli.
Ad esempio, negli Stati Uniti la libertà di espressione è garantita dal Primo Emendamento della Costituzione mentre in Cina vige uno stretto controllo partitico dei media e degli organi di stampa; su altre tematiche i ruoli si ribaltano, e non posso che guardare con ammirazione alla lotta del PCC contro disparità economiche e povertà, favorita dal socialismo cinese, mentre negli Stati Uniti il 10% delle famiglie detiene il 60% della ricchezza nazionale (dati 2022).
Il risultato della comparazione tra Stati Uniti e Cina diventa quindi strettamente dipendente dall’osservatore che svolge il compito, e più nello specifico da quali variabili assumono maggiore importanza nell’analisi; entrambi i paesi possono diventare un modello verso cui tendere (utopia) o un male da combattere (distopia).
Proviamo adesso a rintracciare 5 elementi che fanno di Stati Uniti e Cina una possibile distopia agli occhi dell’avversario, in modo da arrivare a comprendere in modo più profondo lo scenario internazionale che si è aperto con la presidenza Trump.
La distopia cinese dal punto di vista americano:
- Mancanza di libertà: in Cina vige un sistema politico che non rispetta le libertà individuali secondo le modalità occidentali, gli individui sono considerati in quanto parte di un tutto, al cui bene superiore è lecito sacrificare i vari interessi particolari;
- Economia guidata dallo Stato: anche se il socialismo cinese è un sistema misto, la direzione finanziaria del paese resta saldamente nelle mani del Partito Comunista, che stabilisce rigidamente le direttive economiche lungo le quali può svilupparsi (nei limiti concessi) l’imprenditoria privata; va inoltre considerato che le maggiori istituzioni economiche del paese sono completamente statalizzate, così come diversi settori produttivi di importanza strategica;
- Social credit system (SCS) : Il social credit system cinese si basa su una raccolta dati digitale, elaborata da specifiche istituzioni governative, che attribuisce un punteggio ai cittadini in base all’affidabilità finanziaria ed ai comportamenti civici adottati, allo scopo di incentivare le azioni positive pro-sociali e scoraggiare quelle negative anti-sociali. Il SCS viene poi utilizzato, tra le altre cose, per regolamentare l’accesso ai servizi pubblici, la partecipazione ad offerte di lavoro, la richiesta di mutui, i permessi di viaggio, il diritto ad usufruire di benefit economici;
- Mancanza di indipendenza del potere giudiziario: La Costituzione cinese stabilisce che i tribunali sono indipendenti nell’esercizio delle loro funzioni, ma sono responsabili del loro operato davanti alle Assemblee Popolari, si determina quindi una subordinazione del potere giudiziario a quello politico, e l’obiettivo primario dell’applicazione delle legge è mantenere la stabilità sociale e l’autorità del Partito. Il PCC svolge un ruolo significativo nella nomina dei giudici, che spesso sono membri rilevanti del partito stesso, ed influenza le decisioni giudiziarie attraverso comitati politici e legali;
- Abusi dei diritti umani: Il trattamento riservato alle minoranze etniche e religiose, in particolare nello Xinjiang, solleva gravi preoccupazioni a livello internazionale. Avvocati, attivisti per i diritti umani e giornalisti sono spesso soggetti a sorveglianza, arresti e detenzioni arbitrarie. Il sistema giudiziario, come visto strettamente legato al Partito Comunista, non sempre garantisce processi equi ed imparziali.



La distopia americana dal punto di vista cinese:
- Disparità economiche: la ricchezza nazionale americana è concentrata nelle mani di una esigua minoranza, mentre la maggior parte della popolazione fatica a raggiungere una stabilità finanziaria, anche a causa di fattori come l’origine etnica, il livello di istruzione e la provenienza geografica. L’accesso ai servizi essenziali non è sempre garantito e risulta strettamente vincolato al benessere economico di cui si gode;
- Razzismo: Le minoranze etniche, in particolare quella afroamericana, continuano a subire discriminazioni sistemiche in ambiti come l’istruzione, il diritto alla salute, la giustizia penale, il contesto abitativo. Gli episodi di violenza a sfondo razziale sono relativamente frequenti, soprattutto in alcuni Stati americani;
- Trascuratezza per la cosa pubblica: negli Stati Uniti, così come nel resto dell’Occidente, si riscontrano forti pulsioni individualistiche che portano i cittadini a dedicare le proprie attenzioni alla cura della proprietà privata piuttosto che alla valorizzazione dei beni pubblici; quest’ultima attività viene demandata alle varie istituzioni governative, che però la svolgono con diversi gradi di efficacia;
- Consumismo: il sistema capitalistico si regge sul mantenimento di una costante richiesta di beni, la quale a sua volta spinge la produzione industriale, la creazione di posti di lavoro, la circolazione di denaro; per favorire questa dottrina dei consumi, la pubblicità e le sponsorizzazioni stanno diventando sempre più pervasive all’interno della società americana;
- Conflittualità del sistema politico americano: Il sistema bipolare americano vede due soli partiti in perenne contrasto, ovvero repubblicani e democratici; tale condizione di forte polarizzazione crea un contesto sociale in cui l’avversario politico diventa un nemico da abbattere, privo di legittimità in caso di vittoria. Questo tratto distintivo della politica americana è stato ulteriormente accentuato dall’avvento di Trump.



Esiste un’alternativa europea?
La geopolitica dei prossimi anni sarà fortemente segnata dalla rivalità tra le due superpotenze e quindi risulta ancora più importante comprenderne i tratti caratteristici e distintivi.
La comparazione tra Stati Uniti e Cina ci ha fatto immedesimare alternativamente nei due contendenti….se invece passiamo al nostro punto di vista, da europei ed italiani, cosa vediamo?
Condividiamo senz’altro molti punti in comune con gli Stati Uniti, che sono un riferimento culturale, politico ed economico da decenni, tuttavia l’Europa mantiene una sua specificità in alcuni ambiti rilevanti come l’attenzione ai diritti civili, la lotta al razzismo, la presenza di un maggiore intervento statale in economia, la sopravvivenza del Welfare (seppure in contrazione), la diffusione di sistemi elettorali tendezialmente proporzionali piuttosto che rigidamente bipolari.
In questo mare agitato, affido tutte le mie speranze ad un‘alternativa europea, che sappia navigare tra la distopia americana del consumismo sfrenato e la distopia cinese del socialismo oppressivo.
“Se non c’è l’Europa quando il mondo trema per le guerre, quando mai ce ne sarà una?“
(Philippe Alexandre)
Post di Alessandro