Ultimo aggiornamento il Settembre 16, 2025
Il phubbing consiste nella cattiva abitudine di ignorare gli altri in un contesto di socialità per continuare a poter utilizzare il proprio smartphone. Il termine deriva dalla fusione di “phone” (telefono) e “snubbing” (snobbare) e sembra sia stato coniato in Australia nel 2012 durante una campagna pubblicitaria del Macquarie Dictionary.
Anche in Italia il neologismo sta prendendo piede, al punto che l’Enciclopedia Treccani ne ha realizzato la seguente definizione: “l’azione, il fatto di trascurare il proprio interlocutore fisico per consultare spesso, in modo più o meno compulsivo, il cellulare o un altro dispositivo interattivo“.
Risulta evidente che tale comportamento nasconda in realtà un profondo malessere psicologico. In questo senso, possiamo dire che il phubbing è un segnale suggestivo per la presenza di un cattivo utilizzo dello smartphone….fino a quadri di vera e propria dipendenza.
La dipendenza da smartphone
La letteratura scientifica, a partire dalla pandemia in poi, ha preso consapevolezza dei danni alla salute che può causare il cattivo uso della tecnologia. Tra le problematiche più studiate e più difficili da gestire, possiamo sicuramente citare la dipendenza da smartphone, che si caratterizza per alcuni sintomi come:
- problemi relazionali con amici e parenti
- disturbi del sonno e alterazione del ritmo giorno-notte
- scadimento delle attività ricreative e lavorative in favore dell’utilizzo dello smartphone
- disturbi ansiosi connessi alle attività da fare sul cellulare o già eseguite, fino a quadri di marcata FOMO (Fear Of Missing Out)
- ricorso al cellulare come rifugio dalle emozioni negative
Piuttosto che un semplice problema di eccessivo tempo di utilizzo (il quale non dovrebbe comunque superare le 2-3 ore), la dipendenza da smartphopne si configura come un quadro clinico in cui le attività quotidiane e la socialità di una persona sono completamente sovvertite dal bisogno di utilizzare lo strumento digitale.
Per sottolineare la necessità di non sottovalutare l’impatto negativo di questa cattiva abitudine, voglio citare uno studio dell’Università di Southampton che ha approfondito le conseguenze emotive riportate dai partner oggetto di phubbing.
I ricercatori hanno chiesto a 196 adulti fidanzati di compilare un diario per 10 giorni, descrivendo dettagliatamente la frequenza con cui il partner li aveva sottoposti a phubbing e le emozioni sperimentate. I risultati hanno mostrato che nei giorni in cui i partecipanti percepivano una maggiore esposizione al phubbing del partner, i soggetti con un attaccamento più ansioso riportavano un umore più depresso, una minore autostima e una maggiore tendenza ad utilizzare lo smartphone a loro volta come gesto di ritorsione.

Le conseguenze sulle relazioni sociali
Il phubbing non è soltanto un campanello d’allarme per la presenza di un problema di cattivo utilizzo dello smartphone, indulgere in questo comportamento può anche compromettere le proprie relazioni sociali.
La persona o le persone “snobbate” finiranno inevitabilmente per provare risentimento verso chi sta preferendo lo schermo del proprio cellulare alla loro compagnia, comportamento tanto più deleterio quanto maggiore è il grado di forza della relazione. Se infatti in una stanza piena di sconosciuti è esperienza comune ritrovarsi tutti con il cellulare in mano, ben diversa sarà la reazione in una coppia quando al tavolo di un ristorante uno dei due preferirà scorrere la home page di un social piuttosto che sostenere una piacevole conversazione.
Questi esempi segnalano un altro aspetto problematico del phubbing, ovvero che perseverare in tale comportamento porta anche gli altri a fare altrettanto: vengono meno la conversazione e il rispetto reciproco e si crea una sorta di “effetto a catena”.

In quali contesti il phubbing è più nocivo
- Famiglia: i genitori che “phubbano” i figli ( il cosiddetto “phubbing genitoriale”) ne influenzano negativamente lo sviluppo emotivo e le capacità di comunicazione, creando inoltre una distanza emotiva che può diventare difficile da colmare. Inoltre, vedere tale comportamento nei genitori porterà inevitabilmente i figli a considerarlo meno grave, alimentando un pericoloso circolo vizioso.
- Relazioni sentimentali: phubber (chi ignora) e phubee (chi viene ignorato) finiscono inevitabilmente per perdere l’intesa di coppia; inoltre nelle dinamiche sentimentali il fenomeno del phubbing si associa quasi inevitabilmente anche ad una forma specifica di ansia di abbandono, ovvero la gelosia patologica.
- Lavoro: il phubbing, a prescindere dai rapporti gerarchici entro cui avviene, determina uno scadimento delle capacità attentive e della qualità della comunicazione di squadra, portando in definitiva ad una riduzione del rendimento lavorativo
Come combattere il phubbing?
Come abbiamo visto, il fenomeno del phubbing può determinare problematiche relazionali che sono difficili da recuperare. Per superare questo comportamento anti-sociale, occorre rimodulare globalmente le proprie abitudini di impiego dello smartphone, attraverso un percorso di educazione digitale che si concentri su:
- consapevolezza: il primo passo è riconoscere il problema; spesso chi “phubba” non si rende conto dell’impatto del proprio comportamento sugli altri
- comunicazione: parlarne apertamente e in modo non accusatorio con i propri amici e parenti
- rispetto reciproco: uno dei principi etici fondamentali, alla base dell’empatia e della socialità, afferma di non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te
- regole e limiti: stabilire regole chiare sui tempi massimi di utilizzo dello smartphone, sui luoghi e momenti in cui è consentito o meno farlo

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